È ora di prendere seriamente le Blackpink, che vi piaccia o no
Qualcuno le ha definite le nuove Spice Girls, non a torto. E non solo perché, come Victoria Beckham e soci, sono una girl band. Ma perché oltre ad essere un gruppo tutto al femminile, le Blackpink sono, proprio come le Spice Girls, un’impresa in carne ed ossa. Un progetto al centro di affari miliardari. Basti pensare che il primo tour mondiale di Lisa, Jisoo, Jennie e Rosé, questi i nomi delle quattro componenti della band, tra il 2018 e il 2020 permise alle ragazze e ai loro promoter di incassare la bellezza di 56 milioni di dollari per un totale di 472 mila biglietti venduti. Numeri che saranno presto polverizzati dal nuovo tour, quello in supporto all’album “Born pink”, che arriverà nei negozi e sulle piattaforme di streaming questo venerdì ed è considerato uno degli album internazionali più attesi dell’anno: secondo le previsioni la serie di concerti al via il 15 ottobre da Seul, in Corea del Sud, dove nel 2016 è sbocciata la storia della girl band più importante degli ultimi vent’anni, supererà il milione e mezzo di biglietti complessivamente venduti.
Insomma, è ora di prendere seriamente le Blackpink. A poco più di cinque anni dagli esordi con i primi singoli, da “Whistle” a “Playing with fire”, successi da oltre 2,5 milioni di copie vendute in Corea, Lalisa Manobal, Kim Ji-soo, Jennie Kim e Roseanne Park – età compresa tra i 27 e i 25 anni – guidano un vero e proprio impero. E con “Born pink” puntano ad espanderne i territori. Il singolo che ha anticipato il disco, “Pink venom”, cantato sul palco dell’ultima edizione dei VMAs, è stato il più grosso debutto in classifica per un gruppo K-Pop, il pop coreano. Il singolo ha conquistato alla sua uscita direttamente la prima posizione di Spotify, permettendo alle Blackpink di diventare il primo gruppo femminile a raggiungere a livello globale questo traguardo. Come se non bastasse, con il video ufficiale del singolo sono diventate le artiste femminili ad aver raggiunto più velocemente quota 100 milioni di visualizzazioni su YouTube: hanno tagliato la linea d’arrivo in un giorno, cinque ore e 36 minuti. Chi deteneva precedentemente il record? Le Blackpink: nel 2020 il video della loro “How you like that” raggiunse 100 milioni di clic su YouTube in un giorno, otto ore e ventidue minuti.
Dietro il quartetto da oltre 20 milioni di copie vendute a livello mondiale tra album e singoli – la cui ascesa al successo è stata ripercorsa l’anno scorso pure da un film, “Blackpink the Movie”, uscito in più di 100 nazioni in tutto il mondo, che ha celebrato anche il rapporto tra le quattro ragazze e l’armata di fandom, le “Blinks” – ci sono i genietti della YG Entertainment, la società di intrattenimento sudcoreana che nel 2012 riuscì a fare di Psy e della sua “Gangnam style” un fenomeno mondiale: è una delle società rivali della Big Hit Music, la società di Seul diventata un’azienda mondiale, che negli anni, da semplice etichetta nota ai più per aver esportato con la boy band il K-Pop a livello globale, ha saputo allargare le proprie operazioni anche ad altri ambiti (l’anno scorso ha ufficializzato il cambio della propria ragione sociale in Hybe: 1250 miliardi di fatturato nel 2021 e 141 miliardi di utile netto, per dire).
Dal 2016 ad oggi le Blackpink hanno vinto 34 premi, ricevuto oltre 131 nomination, ottenuto oltre 25 miliardi di visualizzazioni complessive su YouTube con le loro clip (sono le artiste con il maggior numero di iscritti al loro canale, 80,8 milioni) e 6,3 miliardi di stream su Spotify, diventando anche la prima girl band coreana in assoluto ad esibirsi sul palco del Coachella. Se la musica e l'impatto culturale delle Blackpink saranno ricordati e celebrati nei decenni a venire, come nel caso delle Spice Girls, lo scopriremo più avanti: loro, in fondo, la storia l’hanno già (ri)scritta.